Stefanelli Claudio

Claudio Stefanelli si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha seguito i corsi tenuti da Gastone Breddo e da Silvio Loffredo. Ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di materie artistiche.

L’artista ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, ha partecipato alla prima edizione della Biennale d’Arte città di Gallipoli e ha vinto, tra gli altri, il Premio Copertina Città di Terni.

Dal 1983 al 1992 ha alternato la sua attività artistica con l’incarico presso il Comune di Pescia di Conservatore dei Civici Musei, di cui ha assunto la direzione tra il 1992 e il 2015.

Negli anni Novanta, Claudio Stefanelli ha realizzato una retrospettiva dal titolo "Dalle nature morte alle forme" che è stata ospitata in varie città tedesche, tra cui Unna, Munster e Ludenscheid. Una volta rientrata in Italia, la mostra è stata presentata nel Castello di Buggiano (Pt).

Fra le recenti esposizioni si ricordano quella realizzata presso la Gold Smith Gallery di Boston e la Galleria Napiorkowsca di Bruxells.

L’artista ha inoltre partecipato a diverse mostre virtuali organizzate da Web Art Magazine e da ART-ARTE.

“Claudio Stefanelli è un caso particolare nel panorama dell’arte contemporanea. Non esiste un caso al mondo in cui pittura, scultura, elementi formali e informali, astratti e figurativi e Pop Art e Body Art siano amalgamati tra di loro in tal modo. Le immagini che Stefanelli trasferisce nella tela sembrano nascere dalle viscere della terra come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre: figure che si muovono sotto un telo di lino stropicciato, da cui scaturiscono luci e ombre, che stanno per uscire dalla placenta nella quale hanno vissuto fino ad ora, per venire alla luce e iniziare il loro cammino nella vita. I personaggi, le nature e le forme sembrano abbracciarsi in un interminabile amplesso. Claudio Stefanelli è al di fuori di ogni classificazione logica e con la sua opera fa una specie di “rivoluzione linguistica strutturale” in cui ridefinisce il modo di fare arte, che diventa ora tensione spirituale. L’artista sente l’esigenza dell’illusione tridimensionale dell’opera e la realizza confermando ancora una volta la complementarietà tra formale e informale, astratto e figurativo...” - Eraldo Di Vita