Morando Walter

"...l’ambiente stimola sovente l’immaginazione di Walter Morando. Difatti, l’artista ha tratto i soggetti delle sue sculture dal porto della sua città.

Realizzate a partire dagli anni Settanta, le sue ceramiche hanno strappato le forme a ganci, maniglioni, bitte, catene, rottami e reperti portuali, mimandone la corrosione della salsedine (Ganci e maniglione, 1980), depurando determinati angoli del porto in una sorta di idealizzazione cromatico-formale (Bitta con catena, 1990) e abbandonandosi a composizioni di elementi navali (Memorie, 1994) restituite alla condizione di abbandono sulle banchine dei ciarpami (Recuperi, Reperti di archeologia portuale, 1992) mediante una ricchezza di sovrapposizioni di agglomerati rara nell’ambito della ceramica.

In alcuni casi (Ganci dell’amore, 1993) Walter Morando interviene caricando gli elementi di spiritose allusioni, mentre in altri (Navi-faro, 1987) l’artista ricrea immaginari condensati marini in cui viene messa in discussione la mimesi del reale, tratto caratteristico della sua perizia tecnica.

Se nelle sopracitate opere realizzate nel 1992 si possono riscontrare tangenzialità con il Neo-dadaismo, nelle applicazioni di colore su superfici di cellulosa realizzati l’anno precedente riemergono prepotentemente istanze informali legate al filone dell’Espressionismo Astratto che contraddice l’eco del New Dada alla Chamberlain.” - Giorgio di Genova